I colori della ceramica – Regole generali

Finalmente il blog torna dalle vacanze! Ben ritrovati 🙂 Durante l’estate sono successe un po’ di cose di cui vi aggiornerò nel corso della settimana. Intanto, oggi, parte qui un appuntamento settimanale che vi accompagnerà per tutto settembre e un pochino di ottobre: ho promesso che vi avrei parlato dei colori della ceramica e finalmente questo percorso di scoperta inizia!
Non voglio scrivere un trattato tecnico o un tutorial sull’argomento (sarebbe luuuuuungo e tedioso), ma togliervi qualche curiosità e rispondere alla domanda più frequente che mi viene posta da parenti e amici: “ma perché stai così in ansia per l’infornata?

Iniziamo quindi questo percorso da 3 regole generali che riguardano tutti i tipi di colori utilizzati:

Regola n° 1

Prima e dopo la cottura l’aspetto dei colori cambia notevolmente. Questo è uno degli argomenti che approfondirò maggiormente nei post settimanali, perché la trasformazione fra il prima e il dopo ha dell’incredibile! Per ora sappiate che ciò su cui deve lavorare il ceramista è sempre molto, molto, molto diverso da quello che sarà il risultato finale.

Frase cult tratta dal film Blade Runner: "io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi..."

Regola n°2

I colori per ceramica sono di base delle polveri che vanno diluite con acqua per essere applicate sulle superfici.

Scene del fil di Walt Disney "Peter Pan" in cui la fata Trilly cosparge l'aria di polvere di fata che fa volare

Possono essere applicate con l’uso di un pennello (per creare disegni), a spruzzo con un aerografo, oppure a immersione quando si vuole un colore uniforme che copra tutta la superficie di un oggetto.
Una volta evaporata l’acqua, tornano a essere delle polveri. Queste polveri coprono l’oggetto con uno strato sottile di colore, quindi passando un dito sopra, facendoci cadere delle gocce d’acqua, soffiandoci, la polvere si stacca e il disegno si danneggia! Gli oggetti finiti vanno quindi maneggiati con estrema cura fino al momento della cottura, in cui il colore si fisserà sulla superficie grazie all’altissima temperatura.
Ovviamente la bravura del ceramista, oltre che nel contenuto del disegno, sta nel trovare il giusto equilibrio fra polvere colorante e acqua, affinché il colore non sia né troppo denso e difficile da stendere, né troppo diluito e quindi poco coprente.

Regola n° 3

La ceramica, di per sé, costituisce una superficie e come tale su di essa si possono usare colori diversi (pure i comuni acrilici, volendo. I famosi fischietti salentini, per esempio, ormai sono dipinti tutti in questo modo: hanno colori più sgargianti, una cottura -quindi costi- in meno e nessuna cosa che possa andare storta rispetto alle mille variabili dei colori ceramici).
Dunque in realtà parlare di “colori per ceramica” è erroneo, come se dicessimo “colori per tela” o “colori per carta”. Per comodità, però, definiamo come “colori per ceramica” quei colori che “si fissano” sulla superficie ad altissime temperature.
Quindi, esattamente come nelle altre arti esistono colori acrilici, a olio, tempere, acquerelli, inchiostri, ecc., anche in ambito ceramico troviamo diverse tipologie di colori che hanno componenti (e quindi caratteristiche) differenti, ma appunto sono tutti accomunati dal fatto di “funzionare” ad alta temperatura.
Semplificando, abbiamo 4 possibili scelte di colori ceramici (declinabili poi in alcune sottocategorie): engobbi, smalti, cristalline e terzo fuoco.

La prossima settimana inizierò a raccontarvi degli engobbi!

 

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